FRANCESCO SAVERIO CASTIGLIONI (1821-1829) (PAPA PIO VIII)

Nacque a Cingoli (MC) il 20 ottobre 1761 da nobile famiglia marchigiana, originaria di Milano, il cui casato si deve ad un paese del Varesotto, appunto Castiglione, che fin dal 987 d.C. era posseduto da un tal Guido Castiglioni. Studiò scienze e diritto a Bologna e, sceso a Roma, si distinse come ottimo canonista e vi fu consacrato sacerdote nel 1785. Nel 1800 Pio VII, (1800-23), abile conoscitore di uomini, lo nominò vescovo di Montalto di Ancona, ove mise il clero in condizioni di svolgere con decoro l’ufficiatura divina e programmò la celebrazione di un sinodo diocesano sulla falsa riga di quello che il card. duca di York aveva celebrato nella diocesi tuscolana. Ma ne fu allontanato, il 14 luglio 1808, per ordine di Napoleone, al quale aveva negato il giuramento. Fu confinato a Milano, poi, il 29 luglio 1808, a Pavia e infine a Mantova. Da questa sede il 10-11-1813 passò a Torino e il 18-11-1813, con altri vescovi, fu spedito a Milano. Con la caduta dell’impero di Napoleone e il ritorno di Pio VII ci fu anche il ritorno a Montalto, 17-6-1814, del Castiglioni. Il Papa, però, volle ricompensare chi, nelle traversie, aveva dimostrato affezione, prudenza, dottrina, santità e virtù: tra questi c’era anche il Castiglioni, che nel concistoro dell’8 marzo 1816 fu creato cardinale prete del titolo di S. Maria in Traspontina, con seda a Cesena, paese nativo del Papa, ove organizzò un’opera pia per la dote alle zitelle povere. Successivamente, nel 1821, fu passato alla sede di Frascati. Ebbe la nomina anche di Penitenziere maggiore, fu componente della Congregazione del S. Uffizio, Protettore del collegio Greco di Roma e membro anche della Congregazione «Propaganda Fide». Nel conclave del 1823, successivo alla morte di Pio VII, egli fece parte del «partito» cardinalizio dei «Moderati», o «diplomati», o delle «Corone», in quanto quei cardinali cercavano di mantenere ottimi rapporti con le varie corti europee in opposizione agli «Zelanti», strenui difensori della potenza della Chiesa. Il 28 settembre 1823 venne eletto Papa il card. Della Genga, «Zelante», in opposizione al Castiglioni, «Moderato». Il nuovo Papa, che prese il nome di Leone XII (1823-29), continuò, come già aveva fatto il suo predecessore, ad avere la massima considerazione per il Castiglioni, tanto da affidargli posti di responsabilità. Nonostante i molteplici incarichi, non trascurò la sua diocesi. Il 6 giugno 1823 emise il decreto di S. Visita pastorale. La visita ebbe inizio nella cattedrale il 2 luglio 1923. Era accompagnato da tre convisitatori canonici, dal promotore della fede e dal cerimoniere. Fu interrotta per la morte di Pio VII e fu ripresa il 1 luglio 1824 e, fino al 13 luglio, tutti i membri si trattennero a Frascati. La visita fu continuata a più riprese: dal 6 al 22 maggio 1925 e dal 16 al 22 ottobre dello stesso anno. La relazione venne scritta nel dicembre 1925. La cattedrale contava l’arciprete, 1 diacono, 1 primicerio, 8 beneficiati e 18 canonici. La chiesa della Madonna del Vivaro necessitava di riparazioni. I 17 alunni e i 10 convittori del seminario erano affidati ad un professore di teologia, ad uno di filosofia e ad uno di retorica. I due Monti di Pietà ambedue scomparsi per mancanza di fondi. La chiesa parrocchiale di Rocca di Papa era stata riparata e restaurata con il solo contributo dei cittadini. La chiesa parrocchiale di Montecompatri e il campanile di quella di Rocca Priora erano da riparare. Il cardinale dichiarava che non aveva nulla da rimproverare al clero, che svolgeva la sua missione, né al popolo, che si comportava e viveva cristianamente. Le visite alle chiese e agli oratori vicini le aveva demandate ai visitatori. Personalmente insegnò il catechismo ai fanciulli e agli adulti. Fu sempre presente alle varie feste patronali, per quella di S. Pietro, per le quattro tempore, per le ordinazioni sacre, per le cresime. Il 21 marzo 1829 fu eletto Papa con il nome di Pio VIII (1829-30). La scelta dei cardinali fu fatta per tre motivi: perché era «Moderato», per la sua pessima salute, per la sua bontà e santità. Fu un Papa incline al perdono. Fu schivo e respinse cerimonie fastose. Non fu nepotista, tanto da impedire ai suoi parenti di venire a Roma. Fu conciliante con gli stati stranieri. Morì il 30-11-1830 e fu sepolto in Vaticano