GAETANO CICOGNANI (1959-1962)

Nacque a Brisighella – Faenza (RA) il 26-11-1881, primo di quattro figli, da Guglielmo ed Anna Serani. Dopo gli studi teologici al seminario romano ebbe incarichi in Curia finché, terminati gli studi anche all’Accademia Ecclesiastica, entrò nella diplomazia pontificia. Ebbe varie nunziature e, fatto vescovo nel 1925, venne inviato come nunzio apostolico in Bolivia. Successivamente passò nel Perù ed infine in Austria, ove restò fino all’Anschluss, ossia all’occupazione tedesca, del 1938. Fece ritorno a Roma, da dove venne inviato in Spagna, dove ancora non era stata dichiarata la fine della guerra civile. Concluse la sua missione nel 1952, anno in cui riuscì a stipulare il Concordato con il generalissimo Franco, capo di quello Stato. Nel 1953 fu creato cardinale del titolo di S. Cecilia e, nel 1959, gli venne assegnata la diocesi suburbicaria di Frascati. Un quadro più preciso e più reale del card. Cicognani lo fece il papa Giovanni XXIII (1958-63) che disse di lui: «Ne rievochiamo la esemplare vita sacerdotale, l’opera indefessa svolta nella rappresentanze pontificie, l’azione vigorosa e proficua di alacre Nunzio Apostolico, e per lunghi anni, in Spagna, nonché l’attività saggia e meritoria nella direzione dei Sacri Dicasteri nella Curia Romana. I preziosi servigi resi da lui alla chiesa Universale e alla Santa Sede costituiscono nobile titolo che ne consacra il nome alla riconoscenza, alla venerazione, alla preghiera». Alla sua morte, Giovanni XXIII (1958-1963), stabilì che dal maggio 1962 le diocesi suburbicarie avessero un cardinale vescovo che ne conservasse il titolo, ma senza l’impegno pastorale, mentre la direzione e la cura delle diocesi veniva affidata «pleno jure», a pieno diritto, ad un vescovo. Il primo cardinale ad avere il solo titolo e non il governo della diocesi fu Amleto Cicognani, fratello di Gaetano e Segretario di Stato. Il primo vescovo «senza scarabocchi» come disse bonariamente il papa Giovanni XXIII, fu S.E. mons. Luigi Liverzani. Gaetano Cicognani dette inizio ai lavori di restauro dell’Episcopio, portati a termine dal fratello Amleto