GIACOMO AMMANNATI (1477-1479)

Appartenente ad una modesta ma nobile famiglia lucchese, si addottorò in giurisprudenza a Siena e fu segretario del cardinal Capranica. Riporta il Grandi che l’Ammannati non si vergognava di dire che per 10 anni non aveva posseduto il danaro sufficiente per radersi la barba. Per la sua cultura e pietà si meritò la stima di papa Callisto III (1455-58) che lo nominò Segretario dei Brevi. A solida pietà accoppiava somma dottrina. Incaricato di far fronte a Sigismondo Malatesta, empio uomo che aveva mosso guerra al Papa, lo costrinse a ritornarsene nelle sue terre. Per questo servigio da Pio II (1458-64) fu eletto vescovo di Pavia e quando nel 1461 venne elevato alla porpora, fu chiamato «il cardinal di Pavia». Quando fu aggregato al collegio dei cardinali, gli fu conferito il titolo di S. Crisostomo. Dopo fu fatto vescovo di Lucca e conservò l’amministrazione di quello di Pavia, e i suoi concittadini gli tributarono, al suo ingresso, gli stessi onori spettanti al Papa. Paolo II (1464-71) lo lasciò in disparte, come tenne in disparte tutti i cardinali creati da Pio II. Sesto IV (1471-84) gli affidò nello stesso anno 1471 la legazione dell’Umbria, alla quale nel 1472 rifiutò. Nel 1477 passò a curare la diocesi di Frascati. Fu da tutti ritenuto sacerdote dotto, onesto, virtuoso e di grande ingegno. Morì sotto Sisto V nel castello detto delle Grotte di Bolsena il 10-10-1479, come sostiene il Moroni, o il 10-12-1479 come riportano altri. Gli ultimi anni li trascorse fuori Roma nel senese. La sua salma fu tumulata a Roma nella chiesa di S. Agostino. L’Oldoino ne parla all’anno 1458.