GIACONO FRANZONI (1687-1693)

L’Orioli e il duca di York lo chiamano Giovanni. Nacque a Genova nel 1612 da nobile famiglia genovese. A 16 anni entrò nella vita ecclesiale e fece i suoi studi di diritto a Bologna e a Padova, per ritornare poi a Bologna a fare teologia. Giunse a Roma nel 1639 e fu nominato da Urbano VIII (1623-44), Referendario al tribunale di Signatura e, tre anni dopo, Presidente, prima della Strada e poi delle Armi. Innocenzo X (1676-89) lo promosse Tesoriere Generale e Presidente delle fortezze marittime, titolo che doveva corrispondere, pressappoco, a quello di ministro delle Finanze e della Marina. Successivamente, nel 1654, gli venne conferita la Prefettura delle milizie dello Stato Pontificio. In tutti questi incarichi si fece notare per la sua sete di giustizia. Alessandro VII (1655-67) lo nominò cardinale in pectore nel 1658, ma lo proclamò ufficialmente con il titolo diaconale di S. Maria d’Aquino solo nel 1660, il giorno 9 aprile, e, un mese dopo, legato di Ferrara. Nel 1666 divenne vescovo di Camerino. Per migliorare la disciplina del clero, egli riunì il sinodo diocesano nel 1675 a Camerino; restaurò il seminario; fece effettuare lavori di restauro nella cattedrale e fece innalzare una cappella in onore dei SS. Carlo Borromeo e Filippo Neri. Nel 1670 divenne cardinale prete di S. Pancrazio, titolo che cambiò nel 1673 con quello di S. Maria in Aracoeli e, nel 1685, con quello di S. Maria della Pace. Nel 1687 (solo il Grandi scrive 1688), divenne cardinale vescovo di Frascati e in questa sede restò fino al 28 settembre 1693, data in cui il Franzoni optò per la cattedrale di Porto e S. Rufina. Dotò la cattedrale di Frascati di un archivio capitolare, che situò sopra la sacrestia, al quale si accedeva per mezzo di una scala elicoidale in pietra sperone, tuttora esistente. A testimonianza fu messa una targa di marmo sormontata dallo stemma del Franzoni. Fu uomo saggio, giusto e senza timor reverenziale per i potenti. In una causa, nella quale aveva parte interessata anche il papa Urbano VIII, suo primo benefattore, non esitò ad esaminarla in piena coscienza e libertà, dando ragione a chi di dovere e torto al Papa. Da ricordare che nel maggio 1688 egli tenne a Frascati, sua nuova sede, il sinodo diocesano, che venne pubblicato, come si era fatto per quello precedente del card. Brancacci. La relazione del 30 gennaio 1691, riguardante la visita ad limina del cardinale, riporta le seguenti notizie: la chiesa di S. Pietro Apostolo ha un arciprete, 8 canonici, 2 beneficiati e alcuni presbiteri e chierici; i religiosi conventuali sono i Cappuccini, gli Agostiniani, i Francescani osservanti, i Francescani riformati, i Gesuiti e Teatini; i pii istituti sono costituiti da un conservatorio, rifugio per chi non avesse un reddito sufficiente; ospedale 1, non precisato; un Monte di Pietà. Inoltre in diocesi ci sono altre cinque località con chiese parrocchiali tutte ben tenute. Il cardinale ha effettuato la visita in diocesi l’anno 1688 ed in quella occasione ha amministrato la Cresima. Morì il 19 dicembre 1697, a 83 anni, dopo essere stato malato per 18 mesi. Fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Vallicella ed era vescovo di Ostia, come decano del Sacro Collegio. L’Oldoino lo riporta nel volume dell’anno 1655.