TOLOMEO GALLI O GALLO (1591-1600)

Nacque a Cernobbio, presso Como nel 1526. Meglio conosciuto con l’appellativo di “Cardinal di Como”. In principio fu segretario particolare del card. Giovanni Angelo Medici e con questa mansione restò anche quando il Medici divenne Papa con il nome di Pio IV (1560-65). Segretario del Papa non poteva essere certamente uno scribacchino, sia pure valente, e per questa ragione venne creato vescovo di Martorano nel 1560. Passò poi alla sede di Manfredonia. Nel 1565 (il Moroni scrive 1568), il Papa lo incluse tra i neo porporati, creandolo cardinale dell’ordine presbiteriale di S. Teodoro. Fu consigliere di Gregorio XIII il quale, geloso custode della propria indipendenza, gli concesse un campo operativo molto limitato. Il 1583 prese possesso della sede vescovile di Albano. Successivamente optò per la chiesa di Sabina, ove celebrò il Sinodo e, il 20 maggio 1591, passò alla diocesi suburbicaria di Frascati. Durante il governo pastorale della chiesa tuscolana, data la ristrettezza della cattedrale di S.. Maria in Vivario, la comunità frascatana decise la costruzione di una chiesa più grande, a monte della vecchia cattedrale, dove erano anche sorte varie abitazioni di cittadini agiati. La spesa preventivata si aggirava sui 100.000 scudi. Il papa Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605) dette il suo benestare e autorizzò la comunità ad utilizzare il 50% dell’attivo del bilancio comunale. Da parte sua aggiunse 1.000 scudi. Il card. Gallo, da parte sua aggiunse tutta l’entrata annuale del vescovato tuscolano e, qualora le autorità civili fossero d’accordo, avrebbe assunto la protezione e la presidenza del comitato della costruzione. (Si veda “La Basilica cattedrale di Frascati”, di mons. Razza – ed. Ass. Tuscolana Amici di Frascati – pagg. 20 e 21 con la nota n. 6). Nel 1598 il card. di Como, in Santa Maria in Vivario celebrò il 1° Sinodo della Diocesi e nello stesso anno venne iniziata la costruzione della nuova cattedrale. Il card. Galli tenne anche la prefettura del concilio e quella dei Sacri Riti. Fu segretario di Stato di Gregorio XIII (1572-85) e dette prova della sua abilità politica, della sua competenza e anche della sua prudenza. Naturalmente i vari incarichi gli procurarono ingenti ricchezze, tanto da poter acquistare da Filippo II di Spagna un ducato nel milanese. Nel 1600 optò per la chiesa di Porto e nel 1603, come cardinal decano, passò alla sede di Ostia e Velletri. Morì nel 1607 e fu sepolto in S. Maria della Scala. Onestamente bisogna dire che fu prodigo con i poveri, specialmente con quelli di Como, ai quali lasciò 100.000 scudi d’oro. A Como fece erigere il Collegio Gallio, che ancora esiste ed è tenuto dai Padri Somaschi. Il Galli fece tre visite pastorali: nel 1592, il 14 marzo 1595, e nel dicembre 1597. Dalle tre relazioni è reso noto che nella cattedrale esiste un organo; che ci sono 5 cappelle ornate con dipinti, che l’altare del S.mo Crocifisso gode dei privilegi per le anime defunte; che c’è un fonte battesimale con il ciborio piramidale; che in sacrestia vengono conservati i libri parrocchiali, secondo le disposizioni del concilio di Trento; che l’amministrazione è affidata a due laici eletti annualmente; che il capitolo comprende un arciprete con un reddito di 100 ducati d’oro, di 6 canonici con un reddito annuo di 20 ducati d’oro ciascuno, di 2 beneficiati con un reddito di 12 ducati d’oro ciascuno e 2 chierici; che contiguo all’altare maggiore esiste un coro ligneo; che l’organista è dell’università; che il campanile trecentesco è dotato di varie campane dal bel suono; che esistono altre chiese come quella della S.ma Annunciazione, retta dai Gesuiti, quella del Gonfalone, retta dall’omonima confraternita, di S. Sebastiano con annesso ospedale, quella di S. Francesco, retta dai Cappuccini, quella di S. Michele Arcangelo che è una cappella piuttosto che una chiesa, quella di S. Maria, con un solo altare e retta dalla Università di Tuscolo; che l’ospedale è una piccola costruzione con dei letti in cui vengono accolti per qualche giorno gli infermi poveri, che poi sono trasferiti negli ospedali di Roma; che il reddito dell’ospedale è molto basso; che esistono i religiosi cappuccini, i gesuiti e i cistercensi alla chiesa di S. Michele Arcangelo; che le confraternite sono, il Gonfalone, che amministra l’ospedale per i poveri, il S.mo Sacramento, che annualmente provvede al mantenimento di un orfano con scudi 25, il S.mo Nome di Gesù, che ha il fine istituzionale di combattere la bestemmia, il S.mo Rosario, che organizza mensilmente solenni processioni con gran concorso di popolo; che le prime due confraternite hanno redditi propri ed una propria amministrazione; che esiste un Monte di Pietà con capitale istituzionale di 130 scudi. Dalle relazioni del 1592 e 1595 si viene anche a conoscenza che a Frascati c’erano 2.500 abitanti; che a Rocca di Papa ce n’erano 1.100 con tre chiese dal reddito talmente basso, che unificate non superavano gli scudi 20 e una chiesa parrocchiale, che i religiosi erano i francescani osservanti e le confraternite quelle del S.mo Sacramento, del Gonfalone e del S.mo Rosario; che a Montecompatri gli abitanti erano 700, con una chiesa parrocchiale non ben precisata e con la confraternita del S.mo Sacramento; che gli abitanti di Monteporzio erano 200, con una chiesa parrocchiale non precisata e la confraternita del S.mo Sacramento; che a Rocca Priora gli abitanti erano 700 con una chiesa parrocchiale non precisata e la confraternita del S.mo Sacramento; che gli abitanti di Colonna erano 250 con una chiesa parrocchiale non precisata e la confraternita del S.mo Sacramento; che a Grottaferrata esisteva il monastero dei Basiliani con relativa chiesa. Dissimile è la relazione del 1597. Evidentemente il cardinale aveva preso gli opportuni provvedimenti, tanto che tutte le parrocchie ebbero una denominazione, a tutte venne assegnato un curato per la cura delle anime, tutte risultarono in buono stato e con arredi e suppellettili sacre sufficienti. Durante i nove anni non riuscì a convocare un sinodo diocesano.