Biagio Budelacci (1936-1962)

Nacque a Faenza (RA) nel 1888 e fu ordinato sacerdote il 10-8-1912. Nel 1926 venne a Frascati al seguito del cardinale Michele Lega e divenne suo Vicario Generale. Fu rettore del Seminario Tuscolano e insegnante di religione nella scuola statale di avviamento professionale a tipo commerciale. Creato vescovo titolare di Nizza, divenne vescovo ausiliare di Frascati con il card. Selvaggiani e tale restò con i cardinali Tedeschini e Gaetano Cicognani, che era anche Segretario di Stato.
Questo vescovo fece parte integrante della vita sociale, politica, religiosa della diocesi frascatana per circa 40 anni. Nel periodo bellico e post-bellico egli fu il vero pastore sia dal punto di vista religioso, sia dal punto di vista di carità e di organizzazione. Nel 1943 caddero le prime bombe americane su Frascati ed il seminario, come l’80% delle case fu ridotto in macerie. Fino ad allora rettore del seminario era stato don Giuseppe Picco, che aveva anche la cura della chiesa del Gesù. Al seminario, che era stato chiuso, nel 1941 risiedeva il vescovo Biagio Budelacci, con due suore ed un portiere-sacrestano. Le suore ed il portiere erano al seminario fin dal 1927. I piani superiori erano stati affittati alle Figlie del S. Cuore per le classi dell’istituto magistrale. Nel crollo il povero don Picco, sempre umile e pio, si salvò in maniera quasi rocambolesca, ma le due suore e il povero portiere vi trovarono la morte. Anche il chierico frascatano Alfio Delle Chiaie, prossimo a divenire prete, trovandosi a passare in piazza del Gesù nel mentre cadevano le prime bombe, si rifugiò in seminario per trovarvi scampo, ma vi trovò la morte. Frascati divenne un cumulo di macerie. Tutta desolazione e morte. In poche ore la ridente città era crollata come se fosse stata un castello di carte. Restò quasi vuota. E fu nei giorni successivi che rifulse l’opera del vescovo Budelacci. Egli, come capo, e don Giuseppe Buttarelli, padre Basilisco, padre Alvarez, don Pizzichetti, i chierici salesiani Luigi Concas e Abramo Khoury, alcuni camaldolesi, unitamente ad alcuni volenterosi e generosi frascatani, come manovalanza, svolsero una indimenticabile opera di soccorso, aiuto, conforto con grande carità cristiana a favore dei frascatani, vivi e defunti. Egli, sinistrato tra i sinistrati, con indosso l’unica veste rimastagli dopo il bombardamento, fu l’unica autorità alla quale si potè fare sempre riferimento.
Si assunse responsabilità che non gli competevano, ma lo dovette fare per colmare il vuoto di potere creatosi. Costituì e presiedette un comitato di salute pubblica, fu vicino ai soccorritori, si adoperò per non far mancare il cibo alla popolazione. Fu aiutato per questo dal cardinale Clemente Micara, vicario di Roma, frascatano, che, tramite il Vaticano, fece ottenere ai suoi concittadini, quantitativi di grano tali da fornirli, ogni giorno, almeno del minimo indispensabile di pane. Visse e condivise gioie e dolori sempre in mezzo ai suoi figli. Per suo interessamento venne costruito a Villa Fumasoni, l’ospedale S. Sebastiano Martire, in quanto quello che esisteva era andato distrutto a seguito dei bombardamenti. Nel 1946 Frascati gli conferì la cittadinanza onoraria, con medaglia d’oro, per quanto Egli aveva fatto per la città. Il 7-12-1956 fu insignito della medaglia d’argento al valor civile dalla Repubblica Italiana. Nel 1962 con motu-proprio di Giovanni XXIII (1958-63) dovette lasciare la cura pastorale della diocesi Tuscolana. Morì il 27 agosto 1973 a Roma. Non fu il pastore titolare, ma lo fu molto di più perché la diocesi vide lui e solo lui nel bisogno, nella necessità e tra le macerie.