SANTIFICA LA DOMENICA – SINTESI DELLA NOTA PASTORALE DEL VESCOVO versione testuale

SANTIFICA LA DOMENICA – SINTESI DELLA NOTA PASTORALE DEL VESCOVO versione testuale
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S. E.R. Mons. Raffaello Martinelli, Vescovo di Frascati

Prot. n. 43/12

Decreto di promulgazione della Nota Pastorale circa la santificazione della Domenica

Con la mia potestà ordinaria, ascoltato il parere dell’Assemblea dei Sacerdoti (gennaio-marzo 2012), del Collegio dei Consultori (14 marzo 2012), del Consiglio Pastorale Diocesano (15 marzo 2012), dei Direttori degli Uffici di Curia (2 maggio 2012) e dell’Assemblea dei Catechisti (19 maggio 2012), in virtù del presente decreto

DISPONGO

la promulgazione del documento su: Santifica la Domenica, nel testo allegato al presente Decreto, che si compone di due parti.

Dato in Frascati, dalla Sede della Curia Vescovile, il giorno 12 del mese di settembre, A.D. 2012, Terzo anniversario della mia Ordinazione Episcopale

Sua Ecc. Mons. Raffaello Martinelli, Vescovo di Frascati

Il Cancelliere, Avv. Patrizia Sabatini

SINTESI DELLA I PARTE: PERCHÈ È IMPORTANTE LA DOMENICA?

Per comprendere l’importanza della domenica, al fine di santificarla nel modo dovuto, è necessaria una adeguata catechesi.

Queste note, in forma dialogica, seppure sintetiche e sommarie, ne offrono un’occasione e un aiuto.

Perché è importante, per il cristiano, la domenica?

* Perché di domenica Gesù Cristo è risorto. E infatti è proprio di domenica, quando le donne che avevano assistito alla crocifissione di Cristo, si recano al sepolcro “di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato” (Mc 16, 2), e lo trovano vuoto.

* In quello stesso giorno, Gesù si manifesta ai discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,13-35) e poi agli undici Apostoli (cf. Lc 24, 36; Gv 20,19) e dona loro lo Spirito Santo (cf. Gv 20, 22-23).

* Otto giorni dopo, il Risorto incontra nuovamente i suoi (cf. Gv 20,26).

* È ancora domenica quando, cinquanta giorni dopo la risurrezione, lo Spirito Santo, sotto forma di «vento gagliardo» e «fuoco» (At 2, 23), viene effuso sugli Apostoli, riuniti con Maria nel Cenacolo.

* Importante notare che nell’Apocalisse (cf. 1,10) troviamo l’unica attestazione neotestamentaria del nuovo nome, che viene attribuito al «primo giorno dopo il sabato».

Esso è «il giorno del Signore – Kyriaké heméra» (cf. anche Didachè, 14,1), in latino dies dominicus, da cui appunto «domenica» (cfr. S. GIUSTINO, I Apologia, cap. 65/67).

Perché la Risurrezione di Cristo è così importante?

* Perché la Risurrezione di Gesù è il dato fondamentale, centrale e originario su cui poggia la Fede cristiana: “Se Cristo non è risorto, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra Fede” (1Cor 15,14).

* La Risurrezione di Cristo è l’evento mirabile, che non solo si distingue in modo assolutamente singolare nella storia degli uomini,ma si colloca al centro del mistero del tempo e della storia. Il fulgore della sua Risurrezione segna anche l’epifania luminosa della sua gloria. A Cristo, appartengono il tempo e i secoli. Egli costituisce l’asse portante della storia, al quale si riconducono il mistero delle origini e quello del destino finale del mondo.

Quali fonti antiche attestano l’importanza della domenica?

Numerose sono le fonti antiche, che attestano l’importanza della domenica e perfino l’origine apostolica di questo giorno vissuto in maniera

speciale. Eccone alcune:

* Una testimonianza la troviamo già nella Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi (cf. 16,2) e nel Libro degli Atti (cf. 20,7-8).

* Sant’Ignazio di Antiochia (inizio II secolo), poi, significativamente presentava i cristiani come iuxta dominicam viventes (Epistola ai

Magnesii, 9,1), ovvero coloro che vivono secondo la domenica.

* Tertulliano (155-220 ca.) non esita ad affermare che di domenica «noi celebriamo ogni settimana la festa della nostra Pasqua» (De sollemnitate paschali, 7).

* Un autore orientale dell’inizio del III secolo, Bardesane, riferisce che in ogni regione i fedeli già allora santificavano regolarmente la domenica (cf. Dialogo sul destino, 46).

* “Senza domenica non possiamo vivere”(«Sine dominico non possumus»): così, nell’anno 304, proclamarono 49 cristiani di Abitene (nell’attuale Tunisia), che subirono il martirio sotto Diocleziano, proprio perché non vollero rinunciare a celebrare l’Eucaristia domenicale.

* San Girolamo (vissuto tra il 347 e 420), definiva la domenica «il giorno dei cristiani, il nostro giorno» (In die dominica Paschae, II, 52).

* Il Papa Innocenzo I, agli inizi del V secolo, scriveva: «Noi celebriamo la domenica a causa della venerabile Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, non soltanto a Pasqua, ma anche a ogni ciclo settimanale» (Epist. ad Decentium, XXV, 4,7).

Con quali espressioni viene indicata la domenica?

La domenica è anche chiamata: il Giorno del Signore, di Cristo, dello Spirito, della Chiesa, dell’uomo, del sole, il primo giorno della settimana, l’ottavo giorno, il giorno della festa, della gioia.

E ogni denominazione evidenzia, in modo complementare, aspetti importanti della identità cristiana della domenica.

«Veramente grande è la ricchezza spirituale e pastorale della domenica, quale la tradizione ce l’ha consegnata. Colta nella totalità dei suoi significati e delle sue implicazioni, essa è, in qualche modo, sintesi della vita cristiana e condizione per viverla bene» (Dies Domini, 81)….

SINTESI DELLA II PARTE: COME SI SANTIFICA LA DOMENICA?

1) Si santifica la domenica, anzitutto partecipando alla S. Messa.

La partecipazione della S. Messa è necessaria, in quanto la Celebrazione Eucaristica è veramente, per ogni battezzato, il cuore della domenica.

La celebrazione dell’Eucaristia domenicale è infatti:

* la celebrazione della Pasqua settimanale: memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo Signore; rende presente, attuale ed efficace, nell’oggi, qui e ora, la Pasqua del Signore, che Egli ha compiuto duemila anni fa;

* la Liturgia della Parola: annuncio-ascolto della Parola di Dio, che è luce e forza per il rinnovamento della vita quotidiana;

* la presenza vera, reale, sostanziale del Cristo con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità: vero Dio e vero Uomo;

* il banchetto-comunione con Cristo e, grazie a Lui, con i fratelli: mediante il suo sacrificio, Cristo ci unisce mirabilmente a sè e tra noi, così da costituire una “cosa sola”;

* il pilastro fondamentale di tutta la vita della Chiesa (cf. CCC, 2177), fonte e culmine della vita di ogni cristiano e di tutta la Chiesa;

* il culto di Dio e la santificazione del popolo di Dio, fino alla domenica senza tramonto, alla Pasqua eterna e definitiva di Dio con le sue creature.

C’è una preghiera che sia uguale o superi la S. Messa?

Assolutamente no. La S. Messa supera la portata delle altre preghiere, ed anzi nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado. Essa è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia. In essa è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa.

È obbligatorio partecipare alla S. Messa?

I cristiani hanno l’obbligo di partecipare alla S.Messa ogni domenica e nelle altre feste di precetto, a meno che non vi siano gravi motivi (malattia…). In assenza di tali gravi motivi, il cristiano, che non adempie tale obbligo, commette peccato mortale, e pertanto deve confessarsi prima di accedere alla Santa Comunione.

L’Eucaristia domenicale è “una questione di identità”, anzi un bisogno, una necessità vitale, dalla quale non si può evadere.

2) La partecipazione alla S. Messa domenicale è necessaria, ma non è sufficiente.

La partecipazione alla S. Messa domenicale richiede infatti di essere completata con quelle attività che consentono di:

* rendere culto a Dio (maggior tempo dedicato alle preghiere personali e familiari, agli incontri e alle letture di approfondimento religioso, alle visite ai cimiteri…);

* curare la propria vita coniugale, familiare, parentale;

* assicurare il giusto e doveroso riposo del corpo e dello spirito;

* dedicarsi alle opere di carità soprattutto a servizio dei malati, degli anziani, dei poveri…

«Dalla pietà cristiana la domenica è tradizionalmente consacrata alle opere di bene eagli umili servizi di cui necessitano i malati, gli infermi, gli anziani. I cristiani santificheranno la domenica anche dando alla loro famiglia e ai loro parenti il tempo e le attenzioni che difficilmente si possono loro accordare negli altri giorni della settimana. La domenica è un tempo propizio per la riflessione, il silenzio, lo studio e la meditazione, che favoriscono la crescita della vita interiore e cristiana» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2186).

Dunque si santifica la domenica, oltre con l’indispensabile partecipazione alla S. Messa domenicale, anche mediante la preghiera, l’astensione dal lavoro, le opere di carità.