
Il 25 settembre 2025, in occasione delle festività di San Nilo, fondatore e Patrono di Grottaferrata, ha avuto luogo la funzione liturgica presieduta da Mons. Stefano Russo, Vescovo delle diocesi di Velletri -Segni e di Frascati.
A seguito dei Vespri Solenni, con benedizione del grano in onore del Santo Patrono, nella straordinaria cornice della Chiesa di Santa Maria dell’Abbazia, hanno concelebrato la Santa Messa i Reverendi Padri nelle persone dell’ Egumeno del Monastero Esarchico Francesco De Feo e Mons. Claudio Cirulli in rappresentanza delle comunità parrocchiali di Grottaferrata.
L’accento dell’omelia è stato è posto sul valore della speranza che nasce dalla fede e sostiene il cammino degli uomini nel conforto del dialogo con Cristo.
Quest’intima corrispondenza è affidamento alla ricerca di pace ed armonia, vocate alla condivisione del Pane, legame atto a costruire una realtà pura ed autentica di giustizia e prossimità al bene.
La forza generativa e perseverante di una simile attitudine affranca dagli schemi rigidi della vita preconfezionati a misura di bisogni esclusivamente individuali e porta alla luce ciò che di bello è nascosto e dimenticato.
Dal cortile del Battistero, con la partecipazione delle Autorità religiose, civili, militari e della moltitudine di fedeli, la processione si è mossa per snodarsi lungo Il Corso del Popolo, con reliquia e icona del Santo Patrono trasportata sullo storico carro.
L’intonazione di inni sacri e le note del complesso bandistico di Rocca Priora hanno accompagnato il corteo.
Una sequenza di battiti cantati al ritmo del cuore, tra onde di drappi nella prospettiva ribaltata di luci, dalla strada al cielo e dal cielo alla strada.
Fiaccole ardenti, ornamento delle mura merlate e dei platani secolari, hanno accolto il ritorno nel castello roveriano di noi pellegrini di speranza.
Il giorno della festività, 26 settembre, ha visto la celebrazione del Mattutino Solenne e la Solenne Divina Liturgia, con offerta dei ceri da parte del Sindaco di Grottaferrata Mirko Di Bernardo.
La policromia liturgica ha avuto come epilogo in Abbazia un saluto conviviale di respiro comunitario.