Una settimana intensa che ha visto il coinvolgimento di oltre un milione di giovani da tutto il mondo

Giubileo dei Giovani: il racconto di chi l’ha vissuto

Pagine di diario della settimana giubilare con gli eventi e le emozioni di un'esperienza straordinaria

5 Agosto 2025

Giunge così a termine il Giubileo della Speranza, che ha visto coinvolti più di un milione di giovani da tutto il mondo. Scrivere un articolo subito dopo aver vissuto questa esperienza accresce la nostalgia per lo spirito che ci ha pervaso. Ricostruendo quanto abbiamo vissuto, però, si proverà almeno in parte a trasmettere la gioia e l’autenticità che hanno aleggiato tra noi e in noi.

La settimana giubilare è iniziata il 28 luglio, con la festa diocesana per accogliere i primi pellegrini. Già attraverso questo primo evento siamo entrati a gamba tesa nel clima che avremmo poi respirato a Roma e a Tor Vergata.

I giorni seguenti sono stati un susseguirsi di incontri fuori dall’ordinario e profondi.

Martedì 29 abbiamo avuto modo di approfondire la figura di Carlo Acutis, che sarà canonizzato a settembre, attraverso un’esposizione di opere d’arte contemporanee presso la Chiesa di San Marcello al Corso; successivamente ci siamo recati nella Basilica di San Paolo e abbiamo attraversato la Porta Santa, dopo una preparazione spirituale.

Nel pomeriggio siamo rientrati a Frascati, dove abbiamo conosciuto una splendida realtà territoriale: la Comunità La Rondine, presso il Convento San Bonaventura. Qui abbiamo parlato con Sergio e Michela, operatori nella comunità e marito e moglie nella vita, che ci hanno illustrato l’attività di supporto a donne sole e con figli in temporanea difficoltà. Ci hanno dimostrato come l’amore che li ha spinti verso il matrimonio sia poi esondato nell’assistenza a chi vive situazioni di disagio.

Il giorno seguente, dopo una notte breve, siamo andati a San Pietro in Vincoli insieme ai giovani della GiFra, dove abbiamo assistito a una catechesi intitolata “La Promessa che cura: fede, fragilità e speranza?”, alla quale hanno partecipato sacerdoti e laici.

Mentre si parlava di sane relazioni con Dio e con gli altri, abbiamo conosciuto alcuni gruppi come quello dell’oratorio San Vittore e dell’oratorio Don Bosco della diocesi di Novara. Con questi ragazzi abbiamo svolto un lavoro di gruppo attraverso il quale ci siamo conosciuti meglio e abbiamo compreso come, attraverso l’altro, si possa scoprire una parte di sé.

Dopo il pranzo e una passeggiata per i Fori, siamo approdati a Santa Maria in Aracoeli, dove ci ha accolto la comunità di Taizé, composta da religiosi appartenenti a diverse confessioni cristiane che pregano attraverso la musica. La stessa musica che ci hanno proposto a Roma, per un lungo momento di preghiera, canto e riflessione.

L’ultima tappa della giornata ci ha visti in piazza Farnese con l’Azione Cattolica Italiana, per approfondire la figura di Pier Giorgio Frassati e assistere a una toccante esposizione di diplomi di studenti ucraini che non potranno mai ritirarli.

Il giovedì siamo stati in zona San Pietro: la mattina per ascoltare testimonianze vocazionali in Santa Maria in Traspontina, dove abbiamo conosciuto don Mikołaj, suor Ilenia e Marta e Antonio. Tutti ci hanno raccontato il loro incontro con Dio e come questo abbia orientato le loro vite.

Il pomeriggio lo abbiamo vissuto in piazza San Pietro, insieme a decine di migliaia di giovani italiani, in un evento a noi dedicato. Ci ha accompagnati S.E. Matteo Zuppi, presidente della CEI, dopo musica italiana e tanto sole.

L’ultimo giorno di luglio, venerdì 31, lo abbiamo trascorso a Villa Campitelli. Abbiamo vissuto molti momenti spirituali, di comunione e di deserto, culminati con l’Adorazione eucaristica serale.

Guidati dai nostri riferimenti spirituali, don Pierfilippo e suor Arianna, ci siamo soffermati molto sul tema della relazione: come ci poniamo con gli altri, tra gli altri e per gli altri; ma soprattutto come ci poniamo con Dio.

Significativa è stata l’attività che prevedeva di scrivere, per ogni membro del gruppo, un dono e un consiglio su un bigliettino da inserire in buste personali. In questo modo abbiamo constatato la differenza che esiste tra la percezione che abbiamo di noi stessi e la realtà di come appariamo agli altri, senza dubbio conoscendo alcuni aspetti del nostro io che hanno rafforzato molto la nostra piccola comunità di pellegrini.

Ma la vera esperienza è stata l’assenza dei cellulari per tutta la giornata: dalla colazione fino a cena abbiamo veramente assaporato la condivisione e il dialogo, senza interferenze, “depurandoci” per un po’ dalla tecnologia e ristabilendo relazioni autentiche. Eravamo ormai pronti per andare a Tor Vergata.

 

Sabato primo agosto abbiamo lasciato Villa Campitelli subito dopo pranzo. Mentre ci avvicinavamo a Tor Vergata, si sono uniti a noi numerosi gruppi provenienti da ogni parte del mondo, tutti entusiasti e impazienti di arrivare.

Passati i primi varchi, ci hanno consegnato il kit contenente il cibo per la cena e la colazione dell’indomani. Più di una volta siamo stati costretti a fermarci per contarci, nella ressa, mentre attorno a noi passavano migliaia di giovani. Abbiamo camminato e superato diversi settori finché non siamo arrivati in un buon punto dal quale vedere il palco e la spianata sottostante: precisamente nell’area A, torre J.

Appena arrivati abbiamo occupato una piccola porzione di terreno con teli e zaini, e finalmente ci siamo stesi un momento per riprenderci dal lungo cammino e dal caldo.

Il pomeriggio è stato caratterizzato da molti canti, alcuni dei quali eseguiti da un coro piemontese che avevamo conosciuto a Villa Campitelli. Mentre continuavano ad affluire pellegrini, abbiamo esplorato la spianata, fermandoci a parlare con altri ragazzi, scambiare contatti, foto, risate, abbracci. Poco prima delle 20 è arrivato papa Leone che, dopo essere sceso dall’elicottero, è passato proprio davanti alle nostre sistemazioni per ben due volte. La cosa che abbiamo notato tutti è che il Santo Padre, mentre ci salutava, sembrava guardare ognuno di noi negli occhi. È stata una sensazione che ho provato anch’io, e credo che chiunque l’abbia vissuta non potrà dimenticarla. Finito il giro in papamobile, accolto da canti esultanti e solenni, il Papa ha subito risposto a delle domande rivolte da alcuni ragazzi. Il tema principale era vivere la fede in un’età caratterizzata da incertezza verso il futuro, scoperta di sé e paura del giudizio altrui.

Papa Leone ha risposto affermando che è vero che fare scelte implica anche rinunce, ma che l’Amore che ci sostiene e ci precede – l’Amore di Lui – corrisponde alla felicità più autentica e alta verso la quale tendere.

Dopo questo sincero scambio di parole e ascolto, è iniziata la Veglia, il vero evento serale. Insieme ai canti diretti da don Marco Frisina, un milione di giovani si è inginocchiato davanti al corpo di Gesù. Tutti, in silenzio, assorti e con il cuore aperto.

Finita la Veglia, intorno alle 22:30, il Papa ci ha salutati ed è iniziata la festa notturna, tra canti e balli per tutta la spianata. La nostra gioia si sprigionava tutt’intorno e scaldava l’aria umida di Tor Vergata, attraverso l’incontro con l’altro, sconosciuto ma fratello, che condivide lo stesso Spirito. Nemmeno la pioggia che ci ha sorpresi intorno alle 2 di notte ha fermato l’allegria che ci aveva ormai pervaso.

Il risveglio della domenica è cominciato con gli annunci sulle modalità di uscita dai settori, che ci hanno accompagnati durante la colazione e la preparazione al ritorno di papa Leone, avvenuto alle 8:00. Dopo un altro giro tra i settori per salutare la folla, è cominciata la Santa Messa.

Una Messa rivolta a noi e quindi al mondo intero. Il colpo d’occhio durante la distribuzione eucaristica è stato impressionante: lunghe code di persone pronte a ricevere l’ostia santa.

Le parole del pontefice durante l’omelia ci hanno spronati a non rinnegare o sopprimere la nostra propensione verso l’Assoluto, ma a usarla per “affacciarci alla finestra dell’incontro con Dio” e con Lui “avventurarci verso gli spazi eterni dell’infinito”.

La Messa si è conclusa con l’annuncio ufficiale delle date della prossima GMG, dal 3 all’8 agosto 2027, con tema: “Abbiate coraggio. Io ho vinto il mondo!”.

Subito dopo, papa Leone è tornato sul palco per rinnovare i ringraziamenti a noi partecipanti e a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa straordinaria settimana.

Voi siete il sale della terra”, ci ha detto in conclusione. E dobbiamo portare questo messaggio con noi in tutto il mondo.

Finisce così la domenica di Tor Vergata. Noi, intanto, ci siamo incamminati verso Villa Campitelli, dove abbiamo pranzato e ci siamo riuniti per un ultimo saluto. Nel cerchio finale sono emersi molti aspetti che ci hanno colpito, a partire dalla festa iniziale che si è tenuta a Frascati. Pur essendo 800, abbiamo lanciato un chiaro messaggio a tutti coloro che non erano coinvolti o interessati al Giubileo: noi testimoniamo la nostra fede davanti a tutti, nei nostri territori e nelle nostre realtà quotidiane.

Inoltre, il fatto che la Veglia si sia tenuta così vicino casa nostra forse, a differenza della GMG del 2023, ci ha predisposti con un animo più rivolto all’accoglienza che non alla “semplice” scoperta dell’altro. Come se sentissimo maggiormente nostra la responsabilità di far sentire gli altri giovani a proprio agio e in comunità. Ormai la settimana del Giubileo dei Giovani è conclusa, ma il mandato affidatoci da Sua Santità resta aperto: spetta a noi, giovani cattolici, riempire gli spazi di aggregazione, di socialità, di incontro, mantenendo intatto il nostro spirito e la nostra origine, ma contribuendo al miglioramento della realtà secondo la Parola che seguiamo.

Tutti noi siamo chiamati ad agire e partecipare: facciamolo!

 

– A cura di Alessandro Giuliani, giovane partecipante al Giubileo dei Giovani della diocesi di Frascati.

 

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