
Dal 31 marzo al 3 aprile si è svolta a Roma, in Vaticano, la Seconda Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia alla quale hanno partecipato, insieme al vescovo Stefano Russo, i delegati delle diocesi di Frascati e di Velletri-Segni: Francesca Aqui, Stefano Padoan, don Claudio Cirulli (Frascati), suor Debora Aglietti e don Roberto Mariani (Velletri- Segni). Presente solo spiritualmente per motivi di salute Paola Cascioli, referente del Cammino Sinodale per la diocesi di Velletri. Segni. Giorni intensi di preghiera, confronto e discernimento tra l’Aula Paolo VI e l’Hotel Ergife, in ascolto della Parola di Dio con al centro la celebrazione eucaristica nella Basilica di S. Pietro, in cui i delegati hanno fatto esperienza della presenza dello Spirito Santo che, a volte, indica strade diverse rispetto a quelle programmate. Riportiamo qui di seguito la testimonianza “a caldo” di don Claudio Cirulli, parroco dell’Unità Pastorale di Grottaferrata, che ha vissuto tutti i momenti di questo importante evento della vita ecclesiale italiana.
“Non abbandonate la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa.”
Eb 10, 35-36
Questa sera pregando l’ora nona della liturgia delle ore il brano della lettera agli Ebrei mi ha scaldato il cuore ed è stata come una rassicurante Parola da parte del Signore. La delegazione delle due Diocesi di Velletri-Segni e di Frascati ha partecipato dal 31 marzo al 3 aprile alla Seconda Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia. È stata un’esperienza di incontro e di confronto tra vescovi, laici, religiosi e sacerdoti provenienti dalle tantissime zone pastorali italiane.
Abbiamo assaporato il gusto ed il piacere di ritrovarci dopo la prima assemblea di novembre. Eravamo quasi mille persone, ma sembrava di vivere il clima delle famiglie che si ritrovano insieme per condividere momenti speciali.
È stata un’assemblea iniziata con una serie di interventi da parte dei delegati diocesani che hanno messo in evidenza alcune criticità di come era avvenuta la preparazione e di come fosse eccessivamente “asciutto” il testo delle cinquanta “Proposizioni” – ovvero le priorità pastorali su cui si era chiamati a lavorare- rispetto alla ricchezza di proposte e di contenuti delle fasi precedenti. Le Proposizioni sono state poi riprese dai delegati assembleari che, suddivisi in 30 tavoli di lavoro, sono stati chiamati a proporre emendamenti e mozioni al testo.
Non nascondo che nella prima parte dei lavori è soffiato un vento gelido su tutti noi, ma, questo vento è stato via, via spazzato via dal sorriso, dagli interventi della presidenza dell’Assemblea che con grande umiltà e senso di dovere nei confronti di tutto il popolo di Dio, che in questi quattro anni ha creduto al valore aggiunto che la sinodalità offre ed offrirà alla Chiesa, indicando orizzonti che ridiano slancio e freschezza al messaggio di Gesù che ognuno di noi porta nel cuore e coniuga nei gesti e nella vita quotidiana. Lo ha ben sottolineato il vescovo Erio Castellucci, Presidente del Comitato Nazionale del Cammino Sinodale, che ci aiuta a cogliere il clima positivo a conclusione dell’Assemblea:
“…questa Assemblea, in tutte le sue componenti: è stata definita da alcuni un’Assemblea “ribelle”, ma è stata piuttosto un’Assemblea viva: critica, leale, appassionata per la Chiesa e la sua missione.
Nella lunga riunione della Presidenza del Comitato, ieri pomeriggio e sera, per la nostra Assemblea di questi giorni – sia nei momenti comuni sia in quelli dei gruppi – è stato speso più volte l’aggettivo “generativa”. Aggiungerei che abbiamo vissuto dei giorni davvero “spirituali”, non solo nei momenti di preghiera, ma anche in quelli di dialogo, dibattito, confronto e ricerca di consenso”. I momenti di tensione, dunque, fanno dunque parte da sempre dei percorsi sinodali e sono esperienze spirituali, se vissuti – come è successo in questa Assemblea – in modo costruttivo. Nel discorso di chiusura del Sinodo ordinario dei Vescovi sulla famiglia, Papa Francesco disse, con la consueta franchezza: “Nel cammino di questo Sinodo le opinioni diverse che si sono espresse liberamente – e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli (ma si riferiva ai Vescovi, ndr.) – hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo un’immagine viva di una Chiesa che non usa ‘moduli preconfezionati’, ma che attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per dissetare i cuori inariditi” (24 ottobre 2015). L’opinione comune non si forma solo sull’ascolto, ma anche sul dibattito, che orienta a una votazione per registrare il consenso”.
Effettivamente le parole di mons. Castellucci e poi la notizia data dal Cardinal Matteo Zuppi, che l’assemblea dei Vescovi prevista per maggio sarebbe stata rinviata a novembre prossimo, hanno colto tutti di sorpresa.
Tuttavia, questo rinvio potrà infatti dare il tempo alla Presidenza del Cammino Sinodale, al Comitato nazionale e ai facilitatori, di riprendere le proposizioni e le mozioni frutto di questa Assemblea e stilare un documento che verrà poi votato nella Terza Assemblea Sinodale il 25 ottobre per essere poi consegnato ai nostri Vescovi che riuniti in assemblea a novembre discuteranno per offrire alla Chiesa italiana delle linee guida per proseguo di questa esperienza sinodale.Tutto questo potrebbe sembrare un arresto di marcia o addirittura un piegarsi a slanci maldestri di contestazione, invece ciò che è emerso è un gesto nobile e di grande umiltà nel rimanere fedeli a quei principi cardine della sinodalità: accoglienza-ascolto, discernimento e profezia.
Qualcuno, giustamente, ha detto: nel frattempo che si concretizzano questi ulteriori momenti di confronto e di decisioni le nostre comunità locali che fanno? Aspettano passivamente?
No, ancora una volta lo Spirito Santo ci invita ad utilizzare questo tempo di attesa nell’attivarci come commissioni sinodali e come facilitatori nell’aiutare a che le realtà ecclesiali delle nostre due diocesi facciano esperienza di sinodalità coinvolgendo i Consigli Pastorali, degli Affari Economici, le associazioni, i movimenti e le aggregazioni laicali in genere e gli uffici di curia. Questo cammino ci permetterà di prepararci ad accogliere il documento finale dei Vescovi, nostri pastori, che ci accompagnano nel raggiungere gli orizzonti che lo Spirito Santo spalanca davanti ai nostri occhi.
A conclusione inserisco anche l’unica mozione che la Presidenza ci ha invitato a votare, messaggio inviato al Santo Padre:
“Beatissimo Padre,
è con gioia e trepidazione che siamo tornati a Roma in questi giorni, per celebrare la Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia. Questa è stata un’ulteriore tappa del cammino pluriennale, che ci ha visto procedere insieme nell’ascolto reciproco, nel discernimento delle realtà emerse e nella elaborazione di scelte condivise che rilancino le nostre comunità in un’ottica davvero missionaria.
Santità, la Sua vicinanza e il Suo sostegno ci confermano e ci rafforzano: continuiamo a camminare con quella gioia nel cuore di cui parlava la Prima Lettera di Giovanni, una gioia che vuole essere piena, a disposizione di tutti e frutto di una vita vissuta alla luce del Vangelo.
Abbiamo vissuto giorni di discussione aperta e di studio approfondito delle Proposizioni, elaborate nel corso degli ultimi mesi: si tratta del risultato del lavoro delle Diocesi italiane, che si sono messe in gioco per rinnovarsi. Oggi possiamo dire che già questo processo è stato una palestra di sinodalità, che ci ha insegnato uno stile da mantenere anche in futuro.
Abbiamo assunto decisioni importanti, che sono emerse dall’ascolto obbediente dello Spirito e dal dialogo franco tra di noi. La Chiesa non è un parlamento, ma una comunità di fratelli riuniti nell’unica fede nel Signore, Crocifisso e Risorto: ciascuno ha portato e ha proposto quindi il suo bagaglio di fede, speranza e carità.
Le riflessioni che sono scaturite confluiranno nel testo che verrà votato il 25 ottobre in occasione della prossima Assemblea sinodale.
Pensiamo che questo dinamismo rappresenti pienamente la sinodalità, in quanto vede tutti i ministeri ecclesiali procedere insieme, ciascuno con le proprie competenze e in armonia.
Gioia e responsabilità sono i due sentimenti che ci hanno animato e che Le consegniamo, Santità, con la fiducia e l’affetto dei figli.
Mentre chiediamo la Sua benedizione, Le assicuriamo la nostra preghiera per la Sua salute e per il Suo ministero di unità”.