
Sabato 15 marzo, il presidente dell’Azione Cattolica della diocesi di Frascati Paolo Cappellini ha accolto presso la Sala degli Specchi del Comune di Frascati le oltre 70 persone intervenute per il terzo appuntamento di 4Democracy, ciclo di incontri organizzato dal settore giovani dell’Azione Cattolica Diocesana, nato come “frutto” nel nostro territorio della partecipazione dei giovani della delegazione diocesana di Frascati alla 50^ Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si è svolta a Trieste nel luglio del 2024.
Dopo i precedenti incontri che avevano a tema la percezione della democrazia e la pace, il tema di quest’ultimo appuntamento ha avuto come tema principale la legalità, con la memoria del beato Rosario Livatino.
In apertura, infatti, è stato ricordato il sostituto procuratore di Agrigento morto per mafia, dall’intervento del nostro vescovo Stefano Russo , che lo ha descritto come “figura contemporanea, anche per quest’anno giubilare “Pellegrini di speranza”: la speranza che ogni giorno siamo chiamati ad offrire come testimoni “credibili”.
Anche la sindaca di Frascati Francesca Sbardella, ha parlato del rapporto tra fede e politica, che sono due elementi che non possono essere staccati, in quanto, secondo la prima cittadina del Comune tuscolano “ l’essere umano è completo se riesce a formare ogni campo della sua vita”, ricordando che il lavoro non è per se stessi ma viene svolto come servizio per l’intera comunità.
L’intervento di Alessio Carpino, giovane delegato diocesano alle Settimane Sociali di Trieste, ha sottolineato l’importanza del dialogo costruttivo, importante per l’arricchimento reciproco e per lo sviluppo sociale, molto più utile della politica urlata, e dell’importanza di sentirsi tutti parte di un noi, in cui ognuno può portare un contributo all’interno della società, come tante tessere di colori e forme diverse che vanno a comporre un mosaico.
I relatori ospiti sono stati introdotti da Veronica Ferranti , vice presidente diocesana Settore Giovani di Azione Cattolica e moderati da Damiano Ranca, consigliere diocesano e delegato giovani a Trieste.
Ha aperto la riflessione Ilaria Moroni, direttrice dell’Archivio Flamigni, la cui relazione ha trattato del legame tra democrazia e terrorismo. La storica ha ricordato l’importanza della figura di Aldo Moro, uomo del dialogo, padre costituente e grande sostenitore del ruolo dell’Europa. Dal punto di vista storico ha ricordato che le riforme più importanti del periodo repubblicano risalgono agli anni ‘70, proprio il periodo del terrorismo, rievocando gli attentati terroristici, di diversa matrice, accaduti in Italia tra la fine degli anni 60 e gli anni 80. La relatrice ha poi parlato dell’importanza del dialogo per la democrazia e del valore della memoria per far sì che il ricordo e le battaglie civili delle vittime non vengano quasi esclusivamente portate avanti solo dai loro familiari. A questo proposito sono stati presentati il portale Aldo Moro e il portale Muro della Memoria con le storie di tutte le vittime del terrorismo e degli attentati di mafia in Italia.
Il secondo intervento è stato di Caterina Viola, del Presidio Libera dei Castelli Romani, che ha iniziato raccontando le origini di Libera contro le mafie, “associazione di associazioni”, nata 30 anni fa dall’intuizione di don Luigi Ciotti. Ha poi sottolineato l’importanza del lavoro di informazione, ascolto e sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado svolto dai volontari, evidenziando l’interesse dei ragazzi se si riesce a capire le loro esigenze e a comunicare con il loro linguaggio. Ha poi parlato dell’importanza della Legge Rognoni- La Torre del 1982 che ha introdotto il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso con l’articolo 416 bis del Codice Penale. In relazione a questo, con un’iniziativa di una raccolta firme promossa dal fondatore di Libera don Luigi Ciotti, è stata possibile la confisca dei beni mafiosi, anche sul nostro territorio, che sono stati poi riconvertiti in biblioteche, campi o altri servizi per la collettività.
Il magistrato Francesco Cananzi, già membro del CSM, dopo aver richiamato la figura di Rosario Livatino come giudice e come laico adulto nella fede, ha evidenziato l’importanza di avere occasioni in cui si dialoghi e non si gridi ma ci si confronti. Ha poi aperto una riflessione sulla separazione dei poteri e sui rapporti tra politica e magistratura, ha ricordato quanto fosse esposta la Magistratura durante gli anni di piombo e la lungimiranza di Vittorio Bachelet che aveva preso a cuore l’organo giudiziario italiano, proponendo un coordinamento tra tutte le procure italiane per contrastare i terroristi. Ma ha anche parlato di mafia che limita la libertà dei cittadini, sulle abitazioni, la salute.
Il pomeriggio si è chiuso con l’invito del presidente Paolo Cappellini a continuare a ricordare le tante storie ascoltate dai relatori , ma anche a sostenere la verità e difendere le persone ai margini e ha rilanciato l’appuntamento per il prossimo incontro di 4Democracy il 24 maggio a Grottaferrata.