Il vescovo ha affidato al dott. Spiteri due incontri formativi per facilitatori e segretari (29 settembre ore 18 Frascati, Villa Campitelli e 13 ottobre ore 18 Velletri, Acero) e il coordinamento dei Tavoli Sinodali all'Assemblea interdiocesana

Verso l’Assemblea Sinodale Interdiocesana del 17 e 18 ottobre: “facilitatori” delle comunità per ascoltare lo Spirito

Il dott. Andrew Spiteri, facilitatore nazionale, incaricato dal vescovo Stefano per curare la formazione dei facilitatori e dei segretari

27 Settembre 2025

Nel cammino di preparazione verso l’Assemblea sinodale interdiocesana che si svolgerà a Velletri il 17 e il 18 ottobre presso la Scuola Allievi Marescialli Carabinieri Salvo D’Acquisto, il vescovo Stefano Russo ha incaricato il dott. Andrew Spiteri, per curare la formazione delle commissione Sinodali delle diocesi di Velletri- Segni e di Frascati e, soprattutto, definire e accompagnare i facilitatori, nuove “figure chiave” di operatori pastorali emerse dal cammino ecclesiale di questi ultimi anni.

Il dott. Andrew Spiteri, maltese, facilitatore di professione,  membro consacrato del Movimento dei Focolari, svolge il suo servizio in diverse nazioni del mondo. E’ stato facilitatore nelle Assemblee sinodali che si sono tenute a Roma nella fase conclusiva del Sinodo  della Chiesa Universale e ha collaborato con diverse diocesi sia in Italia che all’estero.

Per le diocesi di Velletri- Segni e di Frascati ha il compito di curare un workshop formativo sulla figura del facilitatore  e del segretario in due sessioni: lunedì 29 settembre ore 18 presso Villa Campitelli a Frascati e lunedì 13 ottobre presso la Casa di Spiritualità Santa Maria dell’Acero a Velletri.

Ai lavori laboratoriali sono stati invitati tutti coloro che hanno svolto questo servizio nelle precedenti assemblee sinodali e altre persone indicate dai parroci, dalle aggregazioni laicali, dagli Uffici diocesani e dagli Istituti religiosi . 

Il dott. Spiteri coordinerà anche i Tavoli Sinodali previsti per la mattinata di sabato 18 ottobre (dalle 9 alle 13.30),  seconda giornata dei lavori dell’Assemblea sinodale, in cui i delegati si confronteranno attraverso il metodo della Conversazione nello Spirito.             

  1. Chi è il facilitatore, questa nuova figura emersa dal cammino sinodale?

Mi sembra che per capire il ruolo del facilitatore nel cammino sinodale della chiesa, per prima bisogna soffermarsi un momento sulle basi di questo stesso cammino.  Il titolo del Sinodo della Chiesa Universale (2021-2024) era: Per una chiesa sinodale: Comunione, Partecipazione, Missione. Con questo si mette in luce un popolo di Dio che cammina tutto insieme, un popolo che vive la comunione, dove c’è ampia partecipazione di tutti, e dove questa vita partecipata e in comunione è già testimonianza, cioè già in missione.

Il ruolo di facilitazione di questo processo, spesso chiamato ‘ministero’, consiste nel servire le varie comunità e i vari gruppi che compongono il popolo di Dio nella loro ricerca di una partecipazione e una comunione più ampia e profonda, accompagnandoli con processi e metodi che li aiutano nel loro discernimento comunitario.

  1. Qual è il suo servizio all’interno del cammino sinodale, che ruolo può avere nelle comunità diocesane e parrocchiali in concreto, nell’oggi della Chiesa?

Una chiesa sinodale è una comunità di comunità radicata nella vita del Vangelo. Nella chiesa sinodale ogni comunità applica processi di discernimento comunitario, che illuminano tutti, e in modo particolare chi ha il carisma di governo, nei passi da prendere e nella strada da percorrere. Il servizio della facilitazione sta proprio nell’accompagnare questo cammino, per prima aiutando ad approfondire quale sia il vero quesito del discernimento, identificando così il processo e i metodi più adatti da applicare, e poi accompagnando la comunità nell’applicare il processo e i metodi stessi per discernere e scegliere insieme percorsi o decisioni illuminati.

Nello svolgere questo servizio, il facilitatore accompagna il ‘gruppo’ (comunità diocesana, parrocchiale, ecc.) con delicatezza, stando attento di non proporre le proprie idee, ma di privilegiare il dialogo profondo nel e tra il gruppo, l’ascolto ‘vulnerabile’ tra tutti, come lo chiamo Papa Francesco. Il facilitatore aiuta ciascuno a scoprire e interessarsi delle idee degli altri, e non solo affermare le proprie, ad andare oltre le proprie idee per cogliere idee, decisioni e percorsi da prendere, spesso impreviste, ma frutto dello Spirito di comunione sperimentata con tutto il gruppo.

  1. In vista della prossima assemblea sinodale sei stato incaricato come facilitatore delle Diocesi di Frascati e di Velletri-Segni: cosa ti aspetti da questa formazione e cosa ci si può aspettare come ricaduta diocesana?

Il Documento Finale già menzionato, parla della necessità di avere facilitatori formati nella Chiesa, e questa è una grande sfida. Il Sinodo parla di “Conversazioni nello Spirito” non solo come un metodo specifico da usare, ma soprattutto come metodologia della Sinodalità, come Spiritualità Sinodale. Per me questo vuole dire riuscire con ogni facilitazione di qualsiasi dialogo, a prescindere dal metodo in uso, non solo di conversare spiritualmente nel gruppo, ma soprattutto di conversare “nello Spirito”. Spesso capita che in un gruppo in discernimento si passa da un momento di buio, di non chiarezza, di sospensione. Se siamo ben predisposti nell’ascolto reciproco profondo, sono spesso in questi momenti che nascono percorsi nuovi, intuizioni impreviste, voci profetiche. Mi sembra che proprio per questo li chiamiamo conversazione “nello Spirito”, proprio perché in quel buio che attraversiamo come gruppo lasciamo lo spazio a Dio di entrare e agire.

Ci proponiamo una formazione a questo ‘ministero’ che aiuta ad accompagnare questi tipi di processi, questi tipi di conversazione e dialogo nel gruppo, capace di rendere le parrocchie, le associazioni, la diocesi e la Chiesa più Sinodale.

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