GIOVANNI GIROLAMO MORONE (1562 O 1564-1565)

Il Moroni lo chiama Moroni, come se stesso. Nacque a Milano nel 1509 da nobile famiglia milanese. Il padre Gerolamo era cancelliere di Milano e la madre era Francesca Sforza. Studiò a Padova. Si definì né teologo né cronista, ma la sua consumata esperienza ed il suo dignitoso comportamento furono di gran lunga più efficaci di qualunque titolo accademico. Lo si può stimare uno dei più puri e chiaroveggenti uomini di chiesa del suo tempo. Nel 1529 sotto Clemente VII (1523-34) era già vescovo di Modena e Nunzio Apostolico in Francia, poi in Boemia, in Ungheria ed infine, nel 1536 in Germania, allo scopo di indurre i principi cristiani a convenire sull’esigenza di indire nella città di Trento un Concilio, onde combattere il protestantesimo. Cosa, però, che si ottenne solo sotto Giulio III (1550-55). Per l’azione intelligente svolta in questa missione Paolo III (1534-49) il 2 giugno 1542 lo elevò alla porpora con il titolo di cardinale prete di S. Vitale. La sua vita non fu calma. Come legato di Paolo III aprì il Concilio di Trento. Nel 1555 prese parte alla Dieta di Augusta e per questo da Paolo IV (1555-59) nel 1557 venne accusato di connivenza con i Luterani, degradato pubblicamente e rinchiuso in Castel S. Angelo. Ci fu il processo di revisione. Il card. Ghisleri, futuro papa Pio V, lo esaminò minuziosamente in Castel S. Angelo, lo riconobbe innocente e lo testimoniò alla presenza di Paolo IV, che il 27 marzo 1559 lo restituì alla sua dignità cardinalizia e gli assegnò la sede suburbicaria di Albano. Successivamente passò a quella di Sabina, poi a quella di Palestrina e il 15 aprile 1562 a quella di Frascati. Il Grandi scrive che il Moroni divenne cardinal vescovo di Frascati nel 1564 e dello stesso parere sono il Biasotti-Tomassetti, mentre il duca di York, l’Orioli e il cronista incognito fissano la data al 1562. Data, questa, cronologicamente la più certa, in quanto tra il 1562 e il 1565 non ci fu, come scrive lo stesso Grandi, nessun altro cardinale. Fu il Morone, allora cardinale di Frascati, che il 4 dicembre 1564, essendo stato riconosciuto innocente, dall’accusa di connivenza con i Luterani, come primo presidente, chiuse felicemente il Concilio di Trento. Le dottrine del Concilio furono raccolte nella «Profetia Fidei Tridentina», che doveva essere giurata da tutti gli ecclesiastici nelle mani dei propri superiori, come adesione pubblica alla unità della chiesa cattolica. Nel 1565 il Morone optò per la sede di Porto e successivamente per quella di Ostia e Velletri, essendo nel frattempo divenuto cardinal decano. Morì nel 1580 e fu sepolto in S. Maria sopra Minerva. Tutta Roma lo pianse; povero per non aver mai nulla chiesto ai Papi, ma solo per aver atteso con ogni industria a superare le invidie e le malevolenze. Lo stesso Pio V (1566-72) non gli fu mai favorevole. Fu protettore di molti ordini religiosi e in mezzo a tanti affari aveva anche curato con zelo il governo della sua diocesi. Lo storico Moroni nella sua opera non fa cenno del Morone come vescovo di Frascati. L’Oldoino ne parla al 1534.