ALDERANO CYBO (1680-1683)

Nacque a Genova il 16 luglio 1613, figlio del principe o duca di Massa e Carrara, Carlo Cybo, e di Brigida Spinola. Abbracciò a Roma, giovanissimo, la carriera ecclesiastica sotto papa Urbano VIII (1623-44). Fu nominato, nel 1644, maggiordomo, poi Innocenzo X (1644-55) lo elevò alla porpora con il titolo di cardinal prete di Santa Prudenziana, nel 1645, quando già era maggiordomo del Sacro Soglio. Aveva 32 anni. Fu inviato in qualità di legato papale ad Urbino nel 1646, a Ravenna nel 1648, poi, nel 1659, a Ferrara, ove dette grande incremento alle lettere e alle arti. Lottò per cercare di sterminare i briganti che infestavano quelle regioni. Fu membro delle principali congregazioni romane. Fu eletto protettore dell’ordine dei Minori, dei Trinitari e degli Armeni. Ebbe anche la sopraintendenza generale dello Stato ecclesiastico e gli furono affidate anche altre incombenze che portò a termine in modo soddisfacente. Trasferì la Congregazione di S. Filippo Neri, che era lontana dalla città, in via Savelli e le diede la chiesa di S. Giovanni con le case vicine. La stessa cosa fece con il seminario, situandolo presso la cattedrale. Ebbe successivamente i vescovati di Palestrina nel 1680, e, nello stesso anno, quello di Frascati, che tenne fino al 1683, quando passò ad altra sede. Nel periodo che fu segretario di stato si trovò legato a tutti gli avvenimenti di quegli anni, particolarmente alla guerra contro i Turchi, che culminò nel 1682 con la liberazione di Vienna, ed alla resistenza contro Luigi XIV per gli esagerati diritti di franchigia, nel suo quartiere, dell’ambasciatore Lovardin in Roma. Durante il suo vescovato a Frascati, la cattedrale fu portata, si può dire, a termine. La massa marmorea dell’altare maggiore non era ancora sistemata. La pietra sacra sporgeva pericolosamente, cosicché egli ordinò di porre la massima attenzione quando si celebrava la messa e vi si doveva celebrare solo per improrogabili necessità, fino a quando l’altare non fosse tutto quanto sistemato. In sostanza si trattava di rimuovere il vecchio altare, consacrato nel 1612 dal card. Pallotta. Forse il Rossetti l’aveva fatto spostare sotto il magnifico altorilievo sito in fondo al presbiterio. Sotto la pietra della mensa esiste una piccola arca, in cui sono custodite le reliquie di S. Clemente Martire, provenienti dalle catacombe di S. Callisto di Roma, accertate e documentate. Queste reliquie furono donate alla chiesa cattedrale di Frascati dal sig. Balducci, cameriere di Clemente X. Quando, nel 1680, il cardinale avocò a sé la visita della cattedrale, trovò la chiesa tutta sistemata per benino ad eccezione della I cappella a destra entrando, dedicata a S. Isidoro e destinata all’Università Agraria, per cui erano i coltivatori a doverla sistemare; cosa che fecero, poi, decorosamente. Durante la visita fu ospite a Villa Belvedere degli Aldobrandini. Il Cybo, prima di passare ad altra sede, ebbe la consolazione di vedere la cattedrale tutta sistemata. Il 1° maggio 1680, in pompa magna, venne celebrata la festa della Dedicazione, che fu ripetuta per 88 anni, fino a che fu spostata dal Duca di York al 3 maggio, poi all’11 maggio ed infine al 4 maggio; oggi è nuovamente il 3 maggio, che segna la festa dei patroni S. Filippo e Giacomo. Divenuto card. decano passò a Porto e poi a Ostia-Velletri. Morì il 20 luglio 1700, l‘anno del Giubileo. Il cadavere, in una magnifica urna venne trasportato a S. Maria del Popolo e tumulato nella tomba di famiglia. L’Epitaffio sulla tomba è dello stesso cardinale. Nel 1700 furono assegnate alla chiesa dei Frati Minori le reliquie che l’Alderano aveva donato a P. Tommaso da Spoleto. Anche i Veliterni vollero ricordare questo cardinale con un epitaffio esposto sull’aula del palazzo Comunale. L’archivio della cattedrale dice che la consacrazione della chiesa venne fatta il 4-5-1681. Il cronista incognito è dello stesso parere. L’Oldoino lo cita nel volume dell’anno 1644.