GIACOMO SAVELLI (1578-1583)

Appartenente ad una delle più antiche e nobili famiglie romane, quella di Palombara e Castel Savello. Il padre fu Giovan Battista Savelli. Da giovane ebbe fama di virtuoso che attendeva alle lettere. La sua carriera ebbe inizio all’età di 16 anni, quando Paolo III (1534-49), suo parente, lo elevò alla porpora cardinalizia con il titolo diaconale di S. Lucia in Septisolio nel 1539. Nel 1540 ebbe l’amministrazione della chiesa di Nicastro, che tenne dal 1540 al 1554 e, poi, dal 1556 al 1560. Nel 1545 ebbe quella di Teramo che tenne fino all’anno successivo. Poi nel 1555 quello della chiesa di Gubbio assegnatagli da Paolo IV (1555-59) e che tenne fino al 1556 ed in seguito quella di Benevento, che tenne dal 1560 al 1574, essendone stato consacrato vescovo. Legato nella Marca, fu da Paolo IV, nel 1557, chiamato a far parte dell’Inquisizione. Con Pio IV (1559-65), nel 1560 cominciò ad essere vicario di Roma. Attese alla fondazione del Seminario Romano e all’esecuzione delle riforme ordinate dal Concilio di Trento, compito che tenne anche sotto Pio V (1566-72) e sotto Gregorio XIII (1572-85). Giulio III (1550-55) lo destinò alla legazione della Marca, che riuscì a pacificare e che liberò dalle insidie del corsaro Solimano II detto Dragut. Dallo stesso Papa ebbe l’autorizzazione a lasciare per testamento le sue ricchezze tanto che gli eredi ricevettero alla sua morte molte elargizioni. Nel testamento dispose che si dovesse portare a termine ad Albano la chiesa di S. Pietro patrono della famiglia Savelli. Ad Albano c’è ancora il palazzo Savelli, ora sede del museo cittadino. Fu uomo risoluto, di grande dottrina e accurato nelle sacre cerimonie. Nel 1577 divenne vescovo della Sabina e nel 1578 passò alla sede di Frascati e fece dono di molti arredi sacri alla cattedrale. Il cronista incognito lo pone Vescovo di Frascati nel 1568, data veramente improbabile. Fece ristabilire le porte in bronzo nella Basilica Lateranense, che risalivano a Cencio Camerario. Prima di andare alla chiesa Sabina passò all’ordine dei preti con il titolo di Santa Maria in Trastevere. Nel 1583 optò per la sede di Porto, sembra unitamente a quella di Albano. Morì il 5 dicembre 1587. Le sue esequie vennero celebrate in Roma nella Chiesa del Gesù ove fu sepolto davanti all’altare di S. Ignazio, da lui stesso fatto edificare. L’Oldoino ne parla all’anno 1534.