LORENZO CORSINI (1725-1730) (PAPA CLEMENTE XII)

Nacque a Firenze il 7 aprile 1652, dalla nobile famiglia dei marchesi Castigliano. La madre fu Isabella Strozzi. Studiò al collegio Romano e si laureò a Pisa in «Utroque jure». Nella carriera ecclesiastica entrò tardi, a circa 33 anni. Comprò per 30.000 scudi il posto di Reggente di Cancelleria, che era vacante e, come si usava in quel tempo, il Chiericato di Camera. Con altri 80.000 scudi divenne Presidente della Grascia, titolo che riuscì ad ottenere nel 1690. L‘anno successivo fu nominato arcivescovo titolare di Nicodemia e reggente della cancelleria. Nel 1696 divenne Tesoriere generale, Governatore di Castel S. Angelo e Commissario del Mare. Durante il periodo in cui rivestiva la carica di tesoriere generale, si verificò un fallimento da parte di uno dei responsabili delle galere e l’Orsini dovette provvedere al risarcimento dei danni insieme col contabile. Nel 1706, Clemente XI (1700-21) lo elevò alla porpora, creandolo cardinale di S. Susanna, che poi mutò con quello di S. Pietro in Vincoli. Gli furono assegnate le Congregazioni del Concilio dei vescovi, dei regolari, di Propaganda, del Buon Governo, della Segnatura, di Grazia, dei Riti, della Fabbrica di S. Pietro, della Ripa, della Consulta, dello Sgravio, dell’Arte Agraria. Fu protettore dei Minori, dei Riformati e di altri Ordini. Benedetto XIII lo ascrisse al Santo Uffizio e lo fece Prefetto di Signatura. Nel 1725 divenne cardinale vescovo di Frascati. Sia la città che il clero beneficiarono di questa nomina. Egli fu di animo nobile e generoso e concesse molti vantaggi ai suoi amministrati, in special modo ai Canonici e Beneficiati, di prima elezione, ai quali aumentò lo stipendio. Alla morte di Benedetto XIII (1724-30) ci fu un conclave molto controverso per l’elezione del successore. Nessuno dei papabili disponeva dei voti necessari per ottenere una fumata bianca, anzi ognuno di essi era colpito da abbondanti veti, esercitati specialmente dal card. Bentivoglio, che esprimeva il parere della corte Spagnola, e dal card. Cenfisegos, che esprimeva quello di Cesarea. Per lunghi cinque mesi ci fu un tira e molla, poi, inaspettatamente i voti confluirono sul cardinal Corsini, che il 12 luglio 1730 divenne Papa, con il nome di Clemente XII (1730-40). Il suo papato non fu semplice. Dovette combattere il movimento giurisdizionalista e la massoneria. La sua politica, però, fu ferma, attenta e prudente. Ebbe controversie con il Portogallo, la Spagna, la Toscana, la Sardegna. Con Carlo III dovette cedere il ducato di Parma e Piacenza, che passò all’Austria, mentre il Borbone diventava Re di Napoli. In politica interna ristabilì la giustizia, facendo condannare chi aveva abusato, fosse pure un cardinale, devolvendo ai poveri le ricchezze di cui si era appropriato indebitamente. Favorì le missioni, specialmente nel Tibet e nel Libano. Salvò l’indipendenza di S. Marino dall’intraprendenza del card. Alberoni nel 1739. Fu il primo pontefice che condannò nel 1738 la massoneria. Fu il primo a far selciare le strade di Roma, incoraggiò il commercio e spese moltissimo per abbellire Roma. L’opera monumentale di questo Papa resta, però, la fontana di Trevi, la più famosa nel mondo, alimentata dall’Acqua Vergine. Morì il 6 febbraio 1740 in Roma e fu sepolto in S. Giovanni Laterano nella cappella Corsini, che il Papa aveva fatto costruire in memoria del suo antenato S. Antonio Corsini. Il Guarnacci ne parla al vol. II pag. 62