GIACOMO DE VITRY O VITRÈ (1228-1244)

Di origine francese. Nacque in Argenteuil, vicino Parigi. Uomo dottissimo, autore di molti libri e tutto dedito alla chiesa santa. Il C.B. Piazza, nella sua opera, alla pag. 260 riferisce che s. Lutgardo, monaco cistercense, disse di aver visto la sua anima dopo soli tre giorni di purgatorio, salire in cielo. Prudente nelle sue azioni, era anche abile nel maneggiare le armi. Fu curato di Argenteuil e canonico regolare nel monastero di S. Maria di Oigners nelle Fiandre. Godette la fiducia di Innocenzo III, che lo inviò legato in Germania, nel Brabante e a Tolosa, per animare la lotta contro i Catari della città di Albi in Provenza, meglio conosciuti come Albigesi, lotta che si concluse nel sangue e con la distruzione della stessa città di Albi. Partì poi con i crociati e in seguito venne eletto vescovo di Acri e patriarca di Gerusalemme. Si trovò ad Amiata e riscattò i fanciulli dei mori, per farli educare alla religione cristiana. Il suo operato, sia in Provenza che a Gerusalemme, non fu approvato dalla corte papale, tanto che, ritornato a Roma, ritenne opportuno rassegnare le dimissioni da vescovo al successore di Innocenzo III, il romano Onorio III, e ritirarsi nel monastero delle Fiandre. Il papa Gregorio IX, che stimava molto il De Vitry o Vitré, nel mese di dicembre del 1228 lo elesse cardinale, assegnandogli la sede di Frascati e subito lo inviò in Francia per ridurre la rinnovata tracotanza degli eserciti Albigesi. Di lui fa cenno l’Oldoino negli annali per l’anno 1227. Il Ciacconio, nella sua opera, testimonia della sua dottrina e ne fa risalire la morte al 1240, anziché al 1244. Morì in Francia. Biasotti-Tomassetti lo chiamano Giacomo de Vitriano e lo datano 1228-1247. Anche il cronista incognito lo definisce zelante contro gli Albigesi e nelle crociate sotto Gregorio IX. Poi lo pone vescovo di Frascati nel 1228. L‘Enciclopedia Cattolica all’anno 1228 lo ricorda come il cardinale dotto avversario degli Albigesi.