MARCELLO LANTE DELLA ROVERE (1629-1639)

Nacque a Roma da nobile famiglia romana, parente dei duchi della Rovere e di Camillo Borghese, papa Paolo V (1605-21). Clemente VIII (1592-1605) lo incluse tra i Chierici di Camera (sembra però che i chiericati si acquistassero) e successivamente lo elevò ad Uditore Generale della stessa. Salito al trono papale Paolo V, suo parente, l’11 settembre 1606, lo creò cardinal presbitero dei SS. Quirico e Giuditta, vescovo di Todi e protettore dell’Ordine Francescano. Ottenne poi il vescovato di Palestrina e, nel 1629, optò per la diocesi di Frascati. Nel 1632 assistette alla posa della prima pietra per la costruzione della chiesa della Madonna delle Scuole Pie. Nel 1633 effettuò una sacra visita dalla cui relazione, tra le altre cose risulta la descrizione della chiesa dei Frati Riformati, e che, a sue spese, si fece costruire una cella. La sacra visita diocesana del 1635 non venne eseguita dal cardinale, ma dal suo delegato apostolico, mons. Giovan Battista Altieri. Probabilmente questa procura fu dovuta alla tarda età del cardinale. In essa risulta che Frascati contava 784 famiglie con 2.804 abitanti, Monteporzio 140 famiglie con 703 abitanti, Colonna 70 famiglie con 300 abitanti. Scrive il Moroni che, per giovare alla sua Diocesi, ridusse il clero a vivere secondo le norme della ecclesiastica disciplina e non fa cenno della sua nomina a vescovo di Frascati. Nel 1639, resasi vacante la sede di Ostia e Velletri ed essendo divenuto nel frattempo cardinal decano, optò per questa. Morì nello stesso anno, si dice ultranovantenne. Fu uno di quei cardinali che elargì tutte le sue ricchezze ai poveri, «defraudando» i suoi parenti. Da un calcolo superficiale risulterebbe che per le costruzioni di Chiese e luoghi pii vi profondesse più di un milione di scudi. A detta del Grandi egli veniva chiamato «Giovanni l’Elemosiniere» per questa sua riconosciuta generosità. Non volle che di ciò ne restasse alcuna memoria, ma le Carmelitane Scalze di S. Giuseppe, in via Capo le Case, contravvennero alla sua volontà e in una lapide fecero incidere tutte le azioni benefiche di questo cardinale. Fu sepolto a S. Nicola da Tolentino, nella cappella che egli si fece erigere. Riguardo ai 90 anni di età è poco credibile. Se morì nel 1639 e non nel 1650, come scrive il Moroni, non avrebbe avuto 46 anni di cardinalato e se fosse morto all’età di 91 anni, sarebbe nato nel 1548 e sarebbe diventato chierico di camera a 52 anni. Un po’ tardino. Tutto sarebbe più logico e sufficientemente veritiero, se fosse deceduto nella data fissata dal Moroni