PIETRO MARCELLINO CORRADINI (1734-1743) (SERVO DI DIO)

Nacque a Sezze nel 1658. Di umili origini. In gioventù si dedicò agli studi di diritto, divenendo un ottimo avvocato. Il card. Benedetto Pamphili lo prese sotto la sua protezione e lo nominò suo uditore. Questa nomina gli aprì le porte alla corte di Roma, tanto che Innocenzo XII (1691-1700) lo nominò Sottodatario e Clemente XI (1700-21), Uditore Santissimo. Nel concistoro del 1712 lo fece cardinal prete di S. Giovanni a Porta Latina, titolo che, nel 1724, lasciò per assumere quello di S. Maria in Trastevere. Nel 1734, promosso al titolo dei vescovi, passò alla sede di Frascati, che tenne fino alla sua morte avvenuta in Roma l’8 settembre 1743. Nel 1718 fu nominato Prefetto della Congregazione del Concilio. Ebbe parte rilevante nella fondazione dell’Ordine di S. Giacomo. Nel conclave del 1730 non venne eletto Papa solo perché fortemente osteggiato dalla Spagna. Nonostante i suoi numerosissimi impegni, tutti assolti con zelo e capacità, riuscì a dedicarsi anche alla letteratura. Sua è «La Storia di Segni» e molti altri scritti, fra cui «Vetus Latium profanum et sacrum», che, dopo la sua morte, fu continuato dal gesuita padre Volpi. Fu anche rispettabile archeologo e giurista. Amico di S. Leonardo da Porto Maurizio, gli affidò le missioni nella diocesi. Fu il fondatore della Congregazione della Sacra famiglia e dei Collegi di Maria. A Frascati tenne un sinodo. Pubblicò un editto contro i bestemmiatori nel 1737. Non trascurò nulla. Si interessò di tutto e tutto portò a risoluzione. Sanò le liti tra il capitolo e la pubblica amministrazione, tra le religiose di S. Flavia Domitilla e l’amministrazione civica. Si preoccupò dell’igiene funeraria sia in cattedrale che in Santa Maria del Vivario. Fece restaurare le cappelle, gli altari e i sacri paramenti. Richiamò alle proprie responsabilità le varie congregazioni, così come aveva già fatto con chierici, parroci, cappellani e sacerdoti. Mise ordine nell’ospedale civico, comminando pene, sanzioni ed esclusioni per tutti coloro che non avevano agito in modo corretto. Nel 1736 mise in atto la liquidazione del Monte frumentario, in quanto non giovevole ai contadini che coltivavano le terre a vigne e non a grano e lo inglobò nel Monte di Pietà vescovile, eretto da Alessandro Farnese nel 1566, ove sui prestiti non si pagavano interessi, mentre a quello civico si pagava il 3%. Riorganizzò tutte le congregazioni. Queste azioni di riordino non riguardarono solo Frascati, ma furono estese a tutti i comuni della diocesi. Fu un vescovo che riconobbe a tutti i propri diritti, ma da tutti pretese i loro doveri e coloro che uscivano dalla norma, dovevano sottostare a pene pecuniarie. Per chi spendeva oltre il lecito, la pena era la rifusione in proprio di quanto era stato illegalmente speso. Dimorò a lungo nel palazzo Vescovile e fu un accanito sostenitore dell’istruzione catechistica, non solo ai bambini e ai giovani, ma anche agli adulti. Tenne anche una fruttuosa visita pastorale, tanto da essere chiamato il «Cardinal Zelante». Morì a 83 anni e fu sepolto in S. Maria in Trastevere, ove una lapide lo ricorda:

D.O.M PIETRO. MARCELLINO. CORRADINO. DOMO. SETTA. IURESCONSULTO. CIBARISSIMO. POST. QUAMPLURIMA. MUNIA. IN. ROM. CURIA. INTEGERRIME. EXPLETA. S.R.E. CARDINALI. AC. EPISCOPO. TUSCULANO. RINUNCIATO. LITTERA. RUM. AC. PAUPERUM. PATRONO. DE. PATRIA. PARENTIBUS. ATQUE. AMICIS. OPTIME. MERITO.

Il Guarnacci ne parla al vol. II pag. 197